Non mi piace definire una cosa perché spesso (e inevitabilmente) la definizione è semplicistica. Vorrei quindi spiegare ciò che io penso sia la massa attraverso questo breve testo che, seppur semplicistico, lo è meno di una definizione.
Oggi come oggi il termine “massa” ha acquistato (giustamente) un’accezione negativa e quando si parla con qualcuno della stessa, quest’ultimo lo fa sempre con una superbia implicita che lo esonera dall’essere massa. Ma cos’è, veramente, questa massa?
Ogni uomo ha a sua disposizione, in un giorno, 24 ore. Di queste, 8 se ne vanno per il sonno e altre 8 per svariati motivi che possono essere in primis il lavoro, la scuola o l’università, accompagnati dal lavarsi i denti, mangiare, fare la lavatrice etc. In definitiva, rimangono “libere” solo 8 ore.
Ora prima di andare avanti vorrei analizzare le 8 ore perse per lavoro, scuola o università. Cosa intendo innanzitutto con il termine “perse”? Intendo tutte quelle ore che non possono essere dedicate al ragionamento, cosa che distingue secondo me chi fa parte della massa e chi no. Chi si distacca dalla stessa infatti non considererà, come la maggior parte della gente fa tanto che è un luogo comune, la scuola o l’università come un qualcosa “da farsi”, anzi, preferirà la conoscenza ad ogni altra cosa. Per questo eccellerà nei voti e sarà lui a scegliere il suo lavoro (che sarà sicuramente creativo, ovvero nel farlo bisognerà usare tutta la propria intelligenza) e non, ahimè, il lavoro a scegliere lui. Quindi è fatta già una prima distinzione tra massa e non massa: la 1° perderà, in un giorno, 16 ore, la 2° solo 8.
Seguendo sempre questo ragionamento, la massa considerando la scuola e l’università come un qualcosa da farsi, ovvero il ragionamento come un qualcosa da farsi vorrà, una volta tornata a casa, non ragionare il più possibile che a questo punto è quello che gli piace fare. La prima cosa che gli permette ciò è la televisione che, con programmi come calcio, moto gp, grande fratello, uomini e donne (che hanno sicuramente uno share pazzesco) dà la possibilità alla massa di esaudire il suo desiderio.
Attenzione: non condanno la visione in sé di questi programmi, a cui una critica andrebbe comunque fatta visto che EVIDENTEMENTE non spingono al ragionamento, ma una certa visione degli stessi (tipica della massa) che consiste nel prenderli troppo emozionalmente. Mi spiego meglio con un esempio: non condanno l’allenatore di calcio che vede le partite per migliorare il suo gioco o il sociologo che vede il grande fratello per studiare i comportamenti umani ma chi vede la moto gp ESCLUSIVAMENTE per tifare il suo motociclista preferito.
Una possibile (e scontata) critica alla mia affermazione è che io massa provo piacere nel tifare questo o quello. Ok! Ma visto che tu massa non vuoi ragionare e che l’uomo è o ragione o emozione, andando per esclusione… Ti piace l’emozione! Purtroppo però a cambiare il mondo (in meglio o in peggio) è si, in piccola parte, l’emozione ma SOPRATTUTTO la ragione, cosa che la massa non sfrutta ed è sfruttata da pochi i quali chi più (geni), chi meno (non massa) cambiano le cose. In parole povere un’altra distinzione tra massa e non massa è che la 1° preferisce l’emozione, la 2° la ragione.
Vorrei far notare che ho usato intenzionalmente il verbo “preferire” per far capire che non condanno IN ASSOLUTO l’emozione, sarei un ingenuo, ma il troppo valore che gli si dà (e non gli spetta).
Ritornando alle ore “libere”, che per la massa sono 8, mettiamo quindi che 3 vengono spese per la televisione e simili come ad esempio cantare o suonare (intesi come riproduzione di canzoni già esistenti). Aggiungerei alle ore perse un’altra per lo sport che comunque, anche se non spinge al ragionamento, è necessario (e quindi non lo condanno per nulla) al miglioramento della vita. Rimangono quindi 4 ore. Probabilmente in queste restanti 4 ore la massa uscirà con i propri amici, anch’essi mediocri, e discuterà di quel programma, di quel ragazzo e di quel vestito che magari andrà a comprarsi. E così sarà bellissima nel corpo e misera, ahimè, nell’anima.
« Scritti Corsari di P.P. Pasolini Discorso sulla servitù volontaria di Etienne de la Boètie »
In generale sono d’accordo sull’esistenza della massa , un enorme quantità di persone, la maggioranza la cui variabilità è ristretta entro certi limiti definibili e quasi stereotipati.
Ora qualcosa su cui discutere:
“Intendo tutte quelle ore che non possono essere dedicate al ragionamento, cosa che distingue secondo me chi fa parte della massa e chi no.”
Il ragionamento in generale secondo me è troppo poco restrittivo per descrivere chi è massa. Chi è che non fa alcun ragionamento? Anche il più stupido avrà fatto nella sua vita un piccolo ragionamento seppur banale, anche senza rendersene conto. Secondo me ci vuole un termine più specifico, che so? Al ragionamenti sui massimi sistemi oppure fatti in modo approfondito, per esempio c’è chi parla delle squadre di calcio senza saper nulla di come funzioni mentre c’è chi ne parla da esperto a esperto.
“Per questo eccellerà nei voti e sarà lui a scegliere il suo lavoro (che sarà sicuramente creativo, ovvero nel farlo bisognerà usare tutta la propria intelligenza) e non, ahimè, il lavoro a scegliere lui.”
Questa secondo me è una affermazione troppo assoluta, se fosse relativa in termini di maggiori probabilità sarei d’accordo. Comunque ci sarebbe bisogno di alcuni dati per approfondire.
“Ma visto che tu massa non vuoi ragionare e che l’uomo è o ragione o emozione, andando per esclusione… Ti piace l’emozione! Purtroppo però a cambiare il mondo (in meglio o in peggio) è si, in piccola parte, l’emozione ma SOPRATTUTTO la ragione, cosa che la massa non sfrutta ed è sfruttata da pochi i quali chi più (geni), chi meno (non massa) cambiano le cose. In parole povere un’altra distinzione tra massa e non massa è che la 1° preferisce l’emozione, la 2° la ragione.”
Secondo me questa è una assunzione troppo arbitraria… potrebbe esserci un artista che cambi il mondo con il solo uso dell’emozione … secondo me c’è sempre un giusto mix tra le due e anzi darei all’emotività una sorta di primo posto come motore che motiva la razionalità. Se si sostituisce con emozioni il blando piacere, cioè un piacere facile, poco gratificante ma facile da raggiungere, una specie di drogra che ti mantiene attaccato a se’ con sempre più bisogno di esso e meno di pensare e progettare un futuro migliore il discorso funzionerebbe meglio.
Sono d’accordo con le obiezioni di thepatriot e aggiungo, rischiando di prendere insulti e derisione, che non mi ritrovo in questo generico moralismo propugnato da una sorta piedistallo. Mai mi sono permesso e mai mi permetterò di dire quali e quante siano le ore “perse” nella vita di un altro essere umano. In sostanza, l’argomento della massificazione è certamente interessante, ma non mi sento di affrontarlo in questi toni.
Forse non hai capito a pieno il discorso, con questo articolo non sto facendo affatto moralismo. Non sto dicendo che sia giusto o sbagliato essere massa o non massa nè tanto meno che le ore siano “perse” in assoluto. Le ore vengono perse, secondo il mio pensiero, relativamente al fatto di usarle per fare cose da massa. Ciò non toglie che molte persone riterranno, per vari motivi, non “perse” ore che secondo me sono “perse”. Ma queste persone, che non pensano neanche minimamente alla cultura, sono di solito le più arroganti e le più sicure di sè, ed è proprio questo fatto che mi fa incazzare. Spero quindi che leggano il mio articolo e plachino la loro arroganza accettando il fatto di essere massa e quindi ignoranti.
Anche qui il discorso mi pare un po’ semplicistico. Ci sono delle cause profonde se la cultura è diventata “di nicchia” da un paio di secoli a questa parte. Il tuo amico Severino ad esempio individua un punto di svolta in Leopardi. In ogni caso, il problema mi pare ben più complesso di come lo stai facendo apparire…
Secondo me la cultura è sempre stata di nicchia.
X lollete
“Spero quindi che leggano il mio articolo e plachino la loro arroganza accettando il fatto di essere massa e quindi ignoranti.”
Quindi hai scritto l’articolo come rivalsa contro la massa, ti senti in qualche modo attaccato da loro e per
difenderti li hai contrattaccati?
X Dosh se ti iscrivi ti setto come autore cosìpuoi scrivere anche tu. Non esiste l’account moderatore
tranne l’admin in questo tipo di blog 🙁
Il ragionamento di lollete è privo continuità logica. Innanzitutto il titolo: “Cos’è, per me, la massa” implica quantomeno l’esistenza di una definizione che, se pur semplicistica, è sicuramente meglio del conto delle ore di una giornata diviso la merenda e la partita. In fondo però sono evidenti quelle che sembrano le caratteristiche di massa e non. alla 1°:spreco delle 24 ore totali(8 sonno e 8 iniversità/studio/ecc perché affrontate senza il dovuto impegno/passione/ragionamento/ecc. 4 televisione e sport 4 amici e vino). La seconda invece, udite udite, spreco solo 8 ore(sonno) altre 16 invece al top=> 8 univesità/ecc. ragionando/ecc. 4 telev e sport e 4 ragionamento.
Comunque rimane ignoto cosa si tenti di dimostrare perché il problema, diversamente da quanto pare, non è solo la quantita delle ore ma soprattutto la qualità delle cose che IN CONCRETO si fanno. E poi”Purtroppo però a cambiare il mondo (in meglio o in peggio) è si, in piccola parte, l’emozione ma SOPRATTUTTO la ragione!. Ma cosa si vuole dire con questa frase? Che chi non cambia il mondo è la massa? che l’emozione non cambia il mondo? Ma cosa si intende per cambiare il mondo? perché dovrebbe essere l’obiettivo della non massa? Il discorso ha carenze nella struttura e manca della definizione che è necessaria visto che si sta etichettando una precisa e determinata/abile categoria di individui che tu chiami miseri nell’anima.
“Secondo me”: ecco la pecca del discorso che ha generato tutta la discussione ! Il discorso è basato su un ragionamento che ha il compito di separare nell’inconscio di lollete la “massa” dalla “non massa”.
Concordo quindi che il discorso abbia carenze nella struttura anche se ciò lo giustifico col fatto
che sia una semplice riflessione personale condivisa.
Elogio l’autore per il coraggio di aver affrontato un tema così complesso che secondo me va approfondito perchè basilare per capire come vanno le cose…
Mancava poco al termine di un commento che rispondesse alle vostre domande ma sorte ha voluto che mi si bloccasse il pc e mi si cancellasse tutto quindi andasse a cagare la massa, emuledimerda e il mio pc vecchio 1000 anni. Cagatevi n’quoll asd
Lucio Anneo Seneca ha scritto una opera superba chiamata “De Otio”.
Lasciando perdere il vero motivo per il quale lo ha vergato, uscire indenne dalla vita politica romana, comunque questo trattato si riallaccia in modo perfetto con quanto scritto da lollete sulla reale capacità di concedersi dell’ozio, ossia la vita contemplativa
Col tempo, per impedire alle persone di sfruttarlo realmente per quello che è il termine è stato caricate di accezioni negative, e la televisione ha dato il colpo di grazia (è questa la sua colpa peggiore, essere uno strumento di un sistema distruttivo).
Quindi adesso l’ozio diventa “perdere del tempo” in una società in cui il tempo è una notevole ricchezza.
Invece ciò che deve essere ozio è comprendere, prendersi il tempo necessario – tutto il tempo che serve – per capire, per comprendere gli eventi.
Grazie per il suggerimento dell’opera di cui ho solo ricordi liceali 🙂
Concordo pienamente sulla lotta che viene fatta all’ozio letterario sia in televisione ( le vacanze devono essere per forza un momento ludico) ma anche nelle università odierne che più che luoghi di istruzione approfondita e di largo spettro mi sembrano fabbriche di operai specializzati che cercano di velocizzare la produzione (“istruzione”) al massimo
Ps: Se è l’autore dell’articolo “La massa” le faccio i miei complimenti 🙂
Caro thepatriot,
anzitutto grazie per l’immeritato complimento, “la massa” è solo uno dei cinque articoli scritti sulla propaganda applicabile alla sociologia, l’ultimo intitolato “I ladri di vita” lo spedirò, credo, domani.
E’ occorso parecchio tempo per terminare l’esalogia ma sono stato compresso tra il lavoro, l’uscita del mio primo e-book e la stesura del mio secondo romanzo a sfondo esoterico.