Category: Libri


La diffusione di idee , abitudini e modi di pensare tra gruppi di persone è una realtà vecchia quanto l’umanità, basti pensare agli antichi stregoni , ai sacerdoti , a molti filosofi e studiosi del passato ma anche a tutti i genitori che nel bene o nel male hanno educato i propri figli.

E’ con l’avvento dei mezzi di comunicazione di massa ( libri , riviste , giornali , radio , televisione , siti internet  etc) però che la velocità di questa diffusione è cresciuta esponenzialmente rendendo appetibile il loro utilizzo da parte dei  poteri economici e politici ed in generale da molti membri della società.

Bernays , nipote di Freud , con grande intelligenza non si è lasciato sfuggire questa opportunità apportando innovazione  in quel settore applicando la  psicologia alle trasmissioni mass mediatiche fondando di fatto una nuova attività umana : la scienza delle Pubbliche Relazioni.

 

Il termine “Propaganda” può suscitare facilmente incomprensioni: esso infatti tende oggi ad indicare un tipologia di manipolazione negativa della popolazione mentre nel libro , come viene chiaramente dichiarato, ci riferisce al suo antico significato cioè ” L’attività di disseminazione di idee e informazioni con lo scopo di indurre a specifiche attitudini e azioni”.

 

Nel libro l’autore non si limita a spiegarci le Public Relation ,le sue tecniche , gli enti che ne possono beneficiare ed i modi con cui esse fanno presa su di noi. Si “preoccupa” invece di utilizzare queste stesse sue tecniche direttamente sul lettore per convincerlo che questa nuova scienza sia un’attività che può essere solamente buona  ed etica , scrivendo un libro politicamente corretto (oppure censurato per renderlo tale) forse per nascondere il fatto che questa sua arte sia stata usata spesso per scopi eticamente almeno dubbi …

Lui stesso ad esempio l’ha usata per convincere giovani americani ad arruolarsi durante le grandi guerre oppure per creare un senso estetico effimero , volubile , commerciale come è l’alta moda odierna. Lascia trasparire dai suoi scritti di voler permettere  a prodotti commerciali di entrare in luoghi culturali quali scuole ed università per “migliorare” la cultura delle nuove generazioni , attività  alquanto sospetta.

 

Il libro comunque offre molti spunti di riflessione e suggerimenti utili soprattutto per la propaganda positiva come ad esempio  l’idea di diffondere la cultura e l’arte con gli stessi sistemi che si usano per vendere patatine o viaggi turistici ,l’importanza delle parole usate e la loro interpretazione da parte dell’opinione pubblica, il principio per cui bisogna sfruttare l’esistente comune denominatore tra gli interessi dei consumatori e dei venditore .

 

In sintesi messaggio che secondo me il libro vuole comunicare è :

“Da oggi è nata l’arte della propaganda: chi vuole esistere nell’universo intricato dell’opinione pubblica deve utilizzarla, gli altri sono destinati a scomparire sommersi dalla moltitudine dei nostri volantini”.

 

Un libro complesso, specialistico ma che aiuta soprattutto chi come me ha un crescente sospetto verso certi tipi di “informazione” , apparentemente onesta, e sempre più presente ,specialmente su internet,  che nasconde in realtà  un preciso obiettivo di manipolazione commerciale.

 

Riporto per completezza alcune citazioni fondamentali secondo me per comprendere il pensiero dell’autore:

 

“In teoria ciascuno ha le sue idee per quanto concerne la vita pubblica e quella privata, in pratica se tutti i cittadini dovessero studiare per proprio conto tutto ciò che riguarda le informazioni astratte di ordine economico, politico e morale che entrano in gioco quando si affronta anche il minimo argomento , si renderebbero ben presto conto di non poter giungere a nessuna conclusione. Perciò abbiamo lasciato , volontariamente, ad un governo invisibile il compito di passare al vaglio le informazioni per individuare il problema principale, e ricondurre la scelta a proporzioni realistiche”

 

“In teoria ciascuno compra al prezzo più basso ciò che di meglio offre il mercato, in pratica se prima di acquistare tutti confrontassero i prezzi e se studiassero la composizione chimica di decine di saponette , di tessuti o di pagnotte industriali messi in commercio , la vita economica sarebbe paralizzata. Per evitare il dilagare di confusione , la società accetta di limitare le proprie scelte nell’ambito delle idee e degli oggetti posti alla sua attenzione dalla propaganda”

 

Etienne de la Boètie , figlio di un luogotenente reale , nato in Francia nel 1530,  è un giovane sedicenne quando inizia a scrive questa sua opera che lo occuperà per i successivi quattro anni. La sua giovinezza si manifesta marcatamente nei suoi pensieri  con tutto il fuoco , l’idealismo ed il coraggio di un giovane d’altri tempi.

Il suo stile  forte , spregiudicato e anti-diplomatico quasi distrae dalla sua elevata cultura costantemente mostrata in questo suo scritto.

 

De la Boètie è sorpreso se non scandalizzato: come possono migliaia di persone assoggettarsi di loro spontanea volontà ad un re che li sfrutta , li deruba , li usa e li deride senza opporsi nemmeno col pensiero a questa situazione? Anche la più selvaggia fiera si oppone fino ,spesso, a lasciarsi morire dalla privazione della propria libertà. Basterebbe che tutto il popolo “semplicemente” scelga di non obbedire più al re , dal più povero dei contadini   al più ricco mercante passando per la più fedele guardia, affinchè il potere del re svanisca. In questa frase c’è la soluzione al problema della servitù ma anche la sua utopia. “Beh ma oggi non è più così! Ci sono partiti , mille voci , c’è la democrazia ! Il governo del Popolo!”

 

Quindi? Cestiniamo questo autore accusandolo di ingenuità? Forse , ma non senza aver fatto prima qualche ragionamento supplementare.

 

Trasliamo la filosofia del testo al giorno d’oggi ma ipotizzando che il re non sia il governo attuale ma uno dei tanti poteri che oggi ci si contendono, anzi no: concentriamo sul mezzo che tutti essi usano , il denaro.

Nulla è più affine del denaro al re di De la Boètie , un pezzo di carta o peggio un bit su qualche computer che decide il destino di quasi tutti, motivandoli a fare cose che magari non avrebbero fatto nemmeno nei loro incubi peggiori come ad esempio spendere la propria vita in un lavoro  noioso e non piacevole ; un feticcio a cui viene dato valore da tutti poiché tutti gli danno valore , tutti lo accettano per uno scambio di beni.

C’è qualche partito che metta in discussione il denaro o , meglio, la possibilità di reddito senza limite a scapito del benessere di molti?

Dove sono finiti i sogni e gli obiettivi di migliaia di anime in cerca di un paradiso terrestre , pieno felicità per tutti sia esso un mercato libero perfetto o uno stato comunista? Scomparsi ,  cancellati dalle nuovi abitudini e dalla corruzione. Corruzione che colpisce tutti a partire dall’alto fino ai più umili , contagiati da un meccanismo gerarchico per cui ognuno cerca di accaparrarsi qualche vantaggio dal piano superiore senza cercare una strada alternativa, non economica magari , che permetta a tutti insieme da fratelli di spartirsi adeguatamente e proporzionalmente al proprio valore la stessa torta che ora qualcuno o qualcosa sta tenendo per sè.

 

In definitiva “Discorso sulla servitù volontaria” non sarà certamente un classico , un must read ma resta comunque un’opera che restituisce dignità , potere ed anche quella perduta responsabilità al singolo . Usiamo la frizzante energia che ci comunica per spendere meglio quest’ultima ed unica pallottola che abbiamo che è la vita.

Ho iniziato a leggere Pasolini dopo aver visto alcuni suoi Film tra cui “Il Decameron”, “Comizi D’amore” e “Salò o le 120 giornate di Sodoma”. Volevo iniziare a leggerlo non come parte di un programma culturale che ne segua passo passo l’evoluzione ma come se l’avessi incontrato per caso, trovando un suo libro nella mia libreria. Così ho comprato un suo libro “a caso” , “Scritti Corsari”.

“Scritti Corsari” è un insieme di articoli di Pasolini e commenti a vari testi apparentemente riuniti confusamente . Nella nota introduttiva lui stesso ci affida il grave compito di ricostruire e perfino completare la sua opera. In questi vari testi ci sono molti spunti di dibattito ,per dirne alcuni:

  • L’inutilità dell’Antifascimo di maniera in voga in quei tempi e non solo ;
  • La distruzione dell’antica e millenaria multiculturalità Italiana;
  • Il ruolo del cittadino nella società;
  • L’espressione corporea come forma di lotta sostitutiva al discorso;
  • La decadenza e l’anacronia del potere della Chiesa;

Tutti temi chiaramente accomunati dalla grande lotta disperata di Pasolini contro il nuovo Potere , il potere dei consumi e dell’edonismo che ,al contrario dei vecchi fascismi austeri e patriottici che scalfivano solo esteriormente e superficialmente, ti trasforma nel profondo mutando completamente la società ma soprattutto le persone intese come individui dispersi nel cumulo. Complice di questa trasformazione soprattutto l’Uso che viene fatto dei grandi e piccoli mass media su cui capeggia la televisione ( ed aggiornandoci ad oggi il Pc e lo smartphone) :

“[…] non sostengo affatto che tali mezzi siano in sé negativi: sono anzi d’accordo che potrebbero costituire un grande strumento di progresso culturale; ma finora sono stati , così come li hanno usati, un mezzo di spaventoso regresso, di sviluppo appunto senza progresso culturale ”
(sviluppo= miglioramento materiale ; progresso= miglioramento sociale e culturale)

In conclusione è un Pasolini con una visione tanto terroristica quanto reale, la fine di un popolo (e forse dell’umanità ) divenuto omologato dalla diversità consumistica preda del buonismo e dell’ipocrisia dilagante che accetta il diverso entro limiti ben delineati. Ma questa visione è limitante se non si potesse cogliere un barlume di speranza da essa:

“Una visione apocalittica , certamente , la mia. Ma se accanto ad essa e all’angoscia che la produce , non vi fosse in me anche un elemento di ottimismo, il pensiero cioè che esiste la possibilità di lottare contro tutto questo, semplicemente non sarei qui , tra voi, a parlare.”

E’ di questa lotta aristocratica che dobbiamo farci carico.

Il mio approccio volutamente “casuale” a Pasolini è riuscito a metà. La parte positiva è che grazie a questo libro si può avere una panoramica ad ampio spettro sull’autore, venendo a conoscenza di molte sue Opinioni . La parte negativa, se così si può definire ma che forse è la cosa migliore che possa accadere è che questo libro apre una ferita, quel tarlo che si insinua nella mente, quella “forza antica” che ti spinge a divorare l’intera sua opera, a consumarla fino all’ultimo suo rigo.

Per approfondire:

http://www.pasolini.net/saggistica_scritticorsari.htm

http://it.wikipedia.org/wiki/Scritti_corsari